Mike Thackwell, fenomeno fuori dagli schemi

Mike Thackwell, fenomeno fuori dagli schemi
In #laformuladeigrandi di alessandro fedullo

Nelle corse, come nella vita, non serve avere solo talento per emergere ed avere successo.
Le ‘attitudini vincenti’ devono sposarsi ad altri fattori come il carattere e cosa, non meno importante, la fortuna.
Essere nel posto giusto al momento giusto può fare la differenza fra un campione o un eterno perdente.
Mike ha tutto per diventare un ’eroe dei motori’, poiché ha un talento innato nello spingere a tutta velocità qualsiasi cosa sia spinta da un motore.
Il papà appassionato di corse prima lo mette sulle moto e poi sui kart dove il ragazzino si dimostra subito  velocissimo.

Siamo in Nuova Zelanda e le occasioni per chi vuole sfondare nel mondo dei motori sono davvero poche così con il padre si trasferisce nel Regno Unito.
Nella ‘perfida Albione’ diventa un ’osso duro’ da battere in Formula 2.
Trionfa a Monza (siamo nel 1979) e Ken Tyrrell lo nota per la velocità unita allo stile molto aggressivo: un mix tra Gilles Villeneuve e ‘Super Swede’ Ronnie Peterson.
Ha la possibilità di entrare nella storia alla volante della Arrows nel 1980, sostituendo Mass infortunato a Zandvoort.

Purtroppo  manca la qualifica e così non può essere il più giovane pilota al via di un GP (ha solo 19 anni).
La seconda chance con la Tyrrel non va meglio poiché al Gran Premio del Canada (sempre nel 1980) un incidente mette KO le Tyrrel di Jarier e Daly e, alla ripartenza, Ken ‘il boscaiolo‘ preferisce affidare la vettura superstite  (quella del neozelandese) a Jarier.
Un errore dettato dalla prudenza e dalla necessità di avere un pilota esperto capace di fare punti, ma forse, se Tyrrel avesse osato, oggi staremmo qui a raccontare una storia diversa.
Per Mike quella era la gara della vita ed avrebbe venduto cara la pelle, mettendo in mostra il suo potenziale ed aprendosi la via ad un Top Team.

Purtroppo ciò non avvenne ed i rapporti con la squadra inglese si deteriorarono.
Ormai deluso dalla Formula 1 e dalle sue ferree logiche legate al business ed alla esasperata tecnologia, il ‘kiwi’ ripiega di nuovo sulla Formula 2 e poi sulle vetture sport, ottenendo risultati di grande rilievo.
Anticonformista, velocissimo ed incurante del pericolo per sua stessa ammissione, si reputava nel motorsport moderno un pesce fuor d’acqua.

Molto probabilmente, all’epoca di Nuvolari e Caracciola, sarebbe stato un grande.
Una cosa è certa: a Mike Thackwell è mancata la fortuna necessaria e la sua indole, schietta e restia alle regole, non lo ha di certo aiutato.
Dopo le corse si è ritirato prima sulla costa inglese dandosi all’insegnamento e poi è tornato in Australia dedicandosi alla sua altra grande passione, la navigazione.
Si dice che certe stelle siano troppo ‘brillanti’ anche per stare nel firmamento.
Brillanti come il talento innato e cristallino di Mike Thackwell.


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