Clay Regazzoni, campione di vita- #laformuladeigrandi
Il gusto della vita di Clay Regazzoni
Più che un pilota di Formula 1 sembrava un tennista o un playboy. Sempre impeccabile e rigorosamente attorniato da belle fanciulle, negli anni ‘70, tra Montecarlo e Milano, Clay Regazzoni era l’anima della festa.
Lo svizzero non era però solo un viveur ma anche un bel piede pesante. Nel 1974 sfiora il mondiale con una Ferrari dalla ritrovata competitività e probabilmente, al volante di una monoposto del cavallino, si sarebbe anche laureato campione del mondo. Ma fondamentalmente al Drake non era simpatico, per il suo fare schietto e il suo amore per la mondanità.
Il Commendatore lo stimava come driver ma non aveva con lui tantissimo feeling. Successe così che la Ferrari di metà anni Settanta si focalizzò su Lauda (compagno di squadra del ticinese dal ‘74 al ‘76) che aveva uno stile di vita monacale ed era totalmente concentrato sui Gran Premi.
Perché va detto, Clay Regazzoni sapeva essere velocissimo però non si impegnava sempre al massimo. Nel 1979 regala la prima vittoria alla Williams e poi nel 1980 accadrà l’incidente che lo costringerà per sempre su una sedia a rotelle.
Nonostante tutto Clay Regazzoni non getta la spugna e continua a gareggiare ottenendo la licenza per piloti diversamente abili, specializzandosi nei raid.
Regazzoni continua a spingere forte sull’acceleratore, sfidando la sorte anche quando non è in gara. Il 15 dicembre 2006 un urto contro un Tir lo porterà via per sempre, lasciandoci indelebile il ricordo di un uomo che oltre essere un asso del Motorsport, con la sua tenacia e ottimismo, era anche un campione di vita.
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