Michele Alboreto, l’ultimo dei gentleman driver- #laformuladeigrandi

Michele Alboreto storia di un pilota gentiluomo

Michele Alboreto studia da perito industriale ma ha la passione per i motori. Nella Milano dei primi anni ‘70 ancora ubriaca del boom economico, in cui benessere e denaro scorrono a fiumi, dove Koelliker in San Babila ha uno showroom in cui espone Jaguar e Rolls Royce, Michele Alboreto classe 1956, sogna di correre in auto.

Da buon meneghino dopo il diploma ottiene un posto in un’azienda del luogo ma capisce che è poco e che non può andare avanti facendo una vita da travet.

L’inizio di un mito

Comincia con le moto, poi la Formula Monza e infine i prototipi con Lancia e Cesare Fiorio che gli insegna i segreti del mestiere. Grazie al conte Ghinzani riesce ad approdare in Formula 1 al volante della Tyrrell, dove si fa subito notare anche da Ferrari per la sua velocità  su ogni tipo di tracciato.

Nel 1983 con la monoposto del buon Ken, spinta da un motore Cosworth poco performante, riesce a vincere a Detroit. Dall’84 all’88 è in Ferrari e nel 1985 sfiora il titolo, perso a causa di una macchina veloce ma troppo fragile. Michele Alboreto ci crede fino alla fine ma nulla può contro Prost e la McLaren Porsche che le gare riescono a concluderle, mentre il Cavallino brucia solo turbine.

Gli ultimi anni in Formula 1 sono privi di acuti, anche per la mancanza di vetture competitive. Tyrrell, Footwork e Minardi, con queste “carrette” il driver milanese corre dal ‘89 al ‘94.

Il ritiro dalla massima Formula appare la scelta più sensata anche perché la alternative per uno come lui non mancano. I tedeschi di Audi lo prendono per gareggiare nel campionato GT nel 1999.

Nel 2001 ci sarà l’ultima vittoria alla prestigiosa 12 ore di Sebring, l’acuto finale di quello che è per stile e formazione è l’ultimo dei “gentleman driver”, deceduto mentre provava il 25 aprile del 2001, la R8 per Le Mans.

Si dice che la morte può essere dolce se ti prende mentre stai facendo ciò che ami. Sicuramente Michele Alboreto, animato dal folle dio della velocità, mentre lanciava quella R8 a 300 km/h era l’uomo più felice del mondo.

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