L’epopea Alfa in Formula 1 negli anni Settanta

Alfa in Formula 1, una storia incredibile.

Carlo Chiti, vulcanico tecnico toscano, non ama particolarmente Enzo Ferrari.
Nel 1961, assieme ad altri importanti dirigenti, fu licenziato dalla casa di Maranello ed il risentimento nei confronti del “Drake” era enorme.

Dopo aver fondato l’ATS, che nelle intenzioni doveva dare filo da torcere al Cavallino in Formula 1, decide, visti i pessimi risultati pessimi, di associarsi all’Alfa creando l’Autodelta.

I successi con le vetture turismo ed i prototipi non tarderanno ad arrivare, ma il pallino per Carlo rimane la massima formula, obiettivo finire davanti a Ferrari.
Si comincia a fornire i motori alla Brabham di Ecclestone, ma le deludenti prestazioni della vettura inglese non piacciono ai vertici della casa milanese che sta investendo un bel po’ di quattrini.

I tecnici del Biscione si mettono al lavoro per un nuovo progetto

Nemmeno le vittorie di Lauda nel 1978 in Svezia (grazie ad un enorme ventilatore posto sul retro della monoposto, ideato per amplificare l’effetto suolo) ed in Italia miglioreranno la situazione.

E’ chiaro ormai che con la Brabham non si può puntare alla vittoria.
I tecnici del Biscione si mettono quindi a lavoro per progettare di sana pianta una monoposto tutta “Alfa”.
La prima creazione, che debutta nel 1979 in Belgio, non è il massimo: un dirigibile scarlatto (era rossa…) senza effetto suolo, oltremodo lenta e pesante.

La musica però cambia in occasione del Gran Premio d’Italia, dove scende la nuova 179 ad effetto suolo guidata dal giovane Bruno Giacomelli che va fortissimo, arrivando a giocarsela con le Ferrari e la Brabham- Alfa sempre guidata da Niki Lauda.

Il podio viene mancato per un soffio a causa dell’inesperienza del pilota bresciano che perde il controllo della sua macchina finendo nella sabbia.
Ma non conta, perché ormai l’Alfa è tornata da protagonista.
Con il francese Depailler i risultati arriveranno grazie alle auto progettate da Autodelta molte volte più efficienti in prestazioni pure di Ferrari e Lotus.
Purtroppo mancherà la vittoria finale molte volte per l’affidabilità, altre per l’irruenza dei driver.

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