Ron Dennis con la scuola e gli studi proprio non va d’accordo.
Dopo risultati altamente deludenti decide di abbandonare tutto all’età di 16 anni, dedicandosi alla sua grande passione: i motori.
L’Inghilterra degli anni Sessanta è la culla del motorsport e, per chi vuole entrare nel settore, le occasioni non mancano.
Le officine Thompson e Taylor cercano un apprendista e Ron ne approfitta per imparare i rudimenti della meccanica, lavorando su ogni tipo di auto possibile, dalle Morris alle Aston-Martin.
La conoscenza è figlia dell’esperienza e, quando la Thompson viene acquisita dal gruppo Chipstead, in azienda l’unico che ha maturato le ‘skills’ giuste sui motori ‘potenti’ è il giovane Ron Dennis. Quando si presentavano in officina auto di un certo calibro era il primo a volerle servire.
Naturale che quindi venga ‘dirottato’ dalla nuova proprietà presso la ‘Cooper Car co’ con cui Chipstead collaborava per la preparazione delle Mini da corsa della propria scuderia.
Dalle Mini alle Formula 2 il passo è breve, poiché il ragazzo ha mani d’oro ed orecchie magiche quando si tratta di regolare dei carburatori o mettere in fase dei propulsori.
Dopo la ‘Cooper’, per la quale opera anche in Formula 1 come vice capo meccanico, va in Brabham, dove diviene capo meccanico.
Qui capisce che può gestire totalmente in autonomia un team e fonda, a metà anni ‘70, la sua squadra, la Project Four.
La prima creatura di Dennis è un’azienda poliedrica, attenta alla ricerca, che spazia dalla Formula 2 alle vetture turismo.
Il livello di competenze è elevato al punto che anche Bmw affida all’inglese alcune M1 da gestire nei campionati di tutta Europa.
Il sogno è però la Formula 1 e nel 1981 arriva il colpaccio :la Project Four si fonde con il team Mclaren che navigava in una crisi senza precedenti , dando vita alla ‘Mclaren formula one team’.
Con la nuova gestione, la storica ‘firma’ creata dal neozelandese Bruce Mclaren scriverà una delle storie di maggiore trionfo della Formula 1 moderna: 7 titoli costruttori e 10 campionati piloti, con gente del calibro di Lauda, Prost, Senna ed Hamilton.
Certo Mr Dennis non è sempre corretto e non è un mistero che è disposto ad operare anche sopra le righe per la vittoria finale.
Nel 1993 non ha un motore decente per le sue monoposto ed è costretto ad usare i Ford Cosworth HB che hanno un deficit di potenza, rispetto a Renault e Ferrari, di almeno 85 cv.
Senna se ne vuole andare, ma Ron lo convince a rimanere, dicendo che la vettura avrà un telaio molto raffinato che compenserà ampiamente la mancanza di cavalli.
Ayrton ci cascherà con tutte le scarpe poiché lo faranno provare a serbatoi scarichi dandogli l’illusione di avere una super auto.
Realizzata la verità, il brasiliano corre solo dietro pagamento di un milione di dollari (oltre l’ingaggio) che deve essere accreditato sul suo conto prima di ogni gara.
Nel 1996 arriva l’accordo con la Mercedes che regalerà alla squadra gestita dall’ex meccanico tre titoli mondiali e la consacrazione della Mclaren come ‘vascello tecnologico‘ dell’industria automobilistica britannica.
Il sogno di Ron Dennis è compiuto ed oggi il nome Mclaren suona come Ferrari o Lamborghini.
Le auto da strada e da corsa del costruttore inglese sono figlie della visione di un uomo che ha consacrato la sua vita alla ricerca del successo.
Oggi, anche se si dedica alla filantropia, rimane un punto fermo ed un esempio per le generazioni future che vogliono farsi spazio nel mondo delle corse.
L’importante è crederci fino in fondo, anche se parti da un’officina di provincia.
Siamo appassionati di auto come te e abbiamo creato un vero e proprio contenitore di emozioni. Un luogo dove respirare una passione comune, quella per le auto di un tempo che fu.
Una community nata dagli avvincenti aneddoti di #GaldierirentRacconta dove i vostri racconti, video, foto prendono vita e diventano propulsori di ricordi di vissuti personali.
Ti aspettiamo per emozionarci insieme https://www.facebook.com/groups/galdierirentraccontafamily
Condividi su: