Jules Bianchi, vittima di una direzione gara incompetente
Jules Bianchi è destinato ad una carriera brillante per la sua innata velocità.
Deve solo imparare ad essere meno irruento in partenza ed a gestire meglio la vettura in gara, ma questo verrà con l’esperienza.
La Ferrari lo nota e gli offre la possibilità di diventare collaudatore, preconizzandogli un futuro in ‘Rosso’ come titolare.
Intanto guida la scarsa Marussia, con la quale Jules Bianchi è regolarmente più veloce del compagno Max Chilton.
La monoposto anglo- russa è un disastro, ma Jules riesce a portarla anche a punti.
In lui ci sono i ‘cromosomi’ dello zio Lucien Bianchi, uno dei piloti più veloci della sua epoca con le vetture GT.
I trionfi verranno, ci vuole solo tempo e l’auto giusta.
GP Del Giappone 2014, la pista di Suzuka è una piscina (causa maltempo) con visibilità pari a zero.
Durante le prove Jules Bianchi perde il controllo della sua monoposto finendo contro un trattore che non doveva essere lì a bordo pista.
Sarà l’inizio di una lunga agonia che lo porterà alla morte dopo 9 mesi di coma.
Una ragazzo vittima di una direzione di gara incompetente che ancora oggi dovrebbe farsi delle domande.
Bianchi ha incontrato sulla pista di Suzuka la dea nera che ha deciso di portarlo con sè, ineluttabile tributo che ogni pilota sa che potrebbe pagare ogni qualvolta si cala nell’abitacolo di una monoposto.
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