Stefano Modena, talento dal carattere spigoloso
Stefano Modena nasce nella terra dei motori ed ovviamente ha anche lui, come molti suoi paesani, la benzina che gli scorre nelle vene.
Il padre lo introduce nel mondo dei kart, dove si sfida con gente del calibro di Ayrton Senna.
Nel 1976, in una gara del campionato europeo Karting, questo modenese dal temperamento ‘sanguigno’ darà il primo saggio della sua indole molto combattiva, spintonando Senna che a fine gara gli darà del bastardo.
Dopo gli ottimi risultati in Formula 3000 debutta in Formula 1 con la Brabham.
Il team di Ecclestone è solo l’ombra della squadra che negli anni Ottanta era protagonista, grazie al telaio progettato da Gordon Murray ed al potente motore Bmw.
La monoposto britannica è una carretta, ma nonostante tutto Modena riesce a portarla fino al terzo posto a Montecarlo nel 1989.
E’ l’ultimo podio per la scuderia fondata da ‘Black Jack’.
Intanto anche la Ferrari si interessa al ragazzo emiliano, ma le trattative non arrivano mai ad un ingaggio.
Il 1991 è l’anno migliore, al volante della Tyrrell.
La scuderia di Ken ha un ottima monoposto aerodinamicamente ben fatta, spinta dal potente motore ‘Honda’.
Con questa vettura si esprimerà al meglio, figurando spesso in zona punti.
A Montecarlo può fare il colpaccio, vincendo la gara.
È secondo e tallona Ayrton Senna, ma sarà tradito dal motore nipponico che deciderà di esplodere.
Una grande sfortuna poiché, di lì a poche tornate, anche Senna si sarebbe ritirato.
Si rifarà, in parte, a Montreal dove è secondo dietro Nelson Piquet.
Sarà il suo migliore risultato in Formula 1.
Dopo la Tyrrell dalla livrea ‘Bianco-Nera’, passerà alla Jordan, che si rivelerà un disastro.
Sarà la fine della sua carriera nella massima formula.
Si dedicherà dal 1993 ai campionati Turismo italiano e tedesco, dove sarà, assieme a Giovanardi, uno dei più grandi interpreti della potente Alfa 155.
Spigoloso, a tratti aggressivo, è uno dei piloti italiani più dotati dell’ultimo ventennio.
Un campione mancato, purtroppo.
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