Roberto Moreno, una qualifica da ricordare

Roberto Moreno, una qualifica da ricordare
In #laformuladeigrandi di alessandro fedullo

Dopo due stagioni alla Benetton che gli hanno fruttato un secondo posto e svariati piazzamenti, ad inizio 1992 Roberto Moreno è senza un volante.
La scuderia Anglo-Trevigiana gli ha preferito l’astro nascente Michael Schumacher e così il brasiliano, senza una monoposto competitiva, pensa seriamente al ritiro dalla massima formula.

L’amore per la Formula 1 è però fortissimo e così, con molta incoscienza e la tipica spavalderia dei driver più  puri, Roberto Moreno accetta di correre per l’Andrea Moda.
Ciò che trova al suo arrivo è al limite del surreale: la Judd non revisiona i motori poiché il team manager  Sassetti non paga, idem la Goodyear, che non fornisce le gomme poiché ormai le fatture scoperte sono tantissime.
La monoposto è un fenomeno da baraccone al limite del disastro e non riesce nemmeno a completare 15 giri di pista senza che qualcosa esploda.
Roberto Moreno pensava che dopo l’Ags le avesse viste tutte, ma l’Andrea Moda va oltre.
Disorganizzazione, cronica mancanza di denaro e sponsor, scarsa conoscenza del circus: chiunque sarebbe scappato, ma il brasiliano, con ironia e stoicismo, accetta la sfida.

Montecarlo 1992, Gp di Monaco.
La vetrina ideale per attrarre sponsor con un risultato strabiliante.
Bisogna inventarsi qualcosa, ma con il telaio dell’Andrea Moda e gli spompati motori della Judd c’è poco da fare.
Così Moreno, sfruttando il suo fascino ‘latino’, convince una dipendente della Elf a farsi prestare un po’ di benzina ‘speciale’ sviluppata per i potenti V10 della Renault.
Con quel carburante che brucia più della dinamite l’Andrea Moda vola ed il Carioca ci mette molto del suo, guidando con grande grinta e precisione tra le stradine del principato.

Il miracolo è fatto: la vettura è qualificata. Ultima, ma qualificata.
Il sogno durerà poco, poiché la ‘marchigiana‘ darà quasi subito forfait.
Ma questo non importa poiché portare una macchina così scadente a prendere il via di un Gp è un qualcosa   che vale quanto una vittoria.
Un‘ impresa che definire titanica è poco, indicativa di una grande cattiveria agonistica.
Voi riuscireste a guidare una Formula 1 che perde i pezzi ad oltre 240 km/h sul difficile tracciato di Monaco?
Non credo proprio.
Onore a Moreno quindi.


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