Suzuka 1997, trionfo di ‘squadra’ per la Rossa
Suzuka 1997. Alla vigilia del Gran Premio del Giappone i giochi sembrano ormai fatti, con il Mondiale saldamente nelle mani di Jacques Villeneuve e della sua Williams – Renault.
Mai dare però tutto per scontato, soprattutto in Formula 1, dove per trionfare bisogna essere perfetti.
Jacques compie, durante le prove, una leggerezza e durante le bandiere gialle non rallenta.
La federazione non glielo perdona ed è costretto a correre ‘sub iudice’.
Il canadese è arrabbiato come una tigre e conquista, nonostante tutto, una splendida pole position.
Schumacher è secondo ed Irvine, con l’altra Ferrari, terzo.
Al via Villeneuve stringe Schumy che, però, sapientemente si accoda aspettando l’occasione propizia per assestare l’eventuale zampata vincente.
Intanto, dalla seconda fila, Eddie Irvine con la Ferrari numero 6 è una scheggia impazzita.
L’irlandese sembra avere in corpo la dinamite e, sfruttando la conoscenza del circuito giapponese maturato in anni di Formula’ Nippon’, sorprende sia Hakkinen che il compagno Schumacher superandoli come se fossero fermi.
Eddie arriva a ridosso della Williams e riesce a superare anche quella, grazie ad una Ferrari che, in uscita di curva, ‘traziona’ meglio di una Subaru Impreza.
E’ chiaro che a Maranello hanno architettato qualcosa di diabolico, che sta funzionando a meraviglia.
Qualcuno pensa ad una mappatura molto spinta del V10, qualcun altro ad un ‘nascosto’ traction control, i più malvagi pensano che il povero Irvine abbia ingerito la famigerata ‘Bomba’ della Coppa Cobram di Fantozzi, fatto sta comunque che la rossa del ‘gregario‘ è davanti.
Dopo il valzer dei Pit –stop Eddie comincia a rallentare, facendo ulteriormente saltare i nervi alla Williams.
Forse la F310B sta cedendo, tutti pensano al peggio poi, la rivelazione: al venticinquesimo giro Irvine cede il primo posto a Schumacher regalandogli la vittoria e riaprendo il mondiale poiché l’alfiere della Williams è squalificato per non aver rispettato in prova le famigerate bandiere gialle.
Una gara capolavoro, un trionfo di ‘squadra’ suggellato dall’abbraccio dei due Ferraristi alla fine.
Un momento tanto epico quanto commovente, di quelli che solo la Formula 1, che spinge al massimo cuori e motori, poteva donarci.
Un Gp del Giappone indimenticabile per tutti i tifosi della Rossa.
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