Jean Pierre Jabouille, la vittoria nell’ombra
Jabouille è un driver con eccezionali doti di collaudo e Renault lo sceglie per affinare la sua ‘belva’, il motore V6 Turbo.
Potente, ma scorbutico, con la tendenza ad esplodere se sollecitato troppo.
Dopo aver macinato chilometri sulla Alpine –Renault A500, una sorta di monoposto ‘laboratorio’, il francese porta il Turbo in gara esordendo nel 1977 con la RS01.
Dopo due anni di frustrazioni e ritiri, dove l’‘ingegnere’(era laureato in ingegneria) rimpiange le Williams e le Tyrrell con le quali guidava agli esordi, meno prestanti (ma almeno le gare le finivano), arriva nel 1979 a Digione la sospirata prima vittoria.
Un trionfo ottenuto guidando alla sua maniera, amministrando la grande potenza della sua vettura senza prendersi troppi rischi.
Un primo posto che però verrà oscurato dal duello di Villeneuve ed Arnoux per il secondo posto.
Gilles e Renè quel giorno pilotarono a tavoletta come se fosse l’ultima gara, dando vita ad un duello spettacolare, entrato di diritto negli annali della Formula 1.
Il Gran premio di Svizzera 1979 verrà così ricordato per quello scontro senza esclusioni di colpi, facendo passare in secondo piano la prima vittoria del transalpino e di un motore Turbo in Formula 1.
Si ripeterà in Austria nel 1980, prima di ritirarsi definitivamente per un brutto incidente che in Canada porrà fine prematuramente alla sua carriera.
Non abbandonerà il mondo delle competizioni e sarà l’anima del progetto Peugeot In Formula 1 che, purtroppo, non decollerà mai per scelte sbagliate, derivanti dalla ricerca di un eccessiva potenza che renderà i propulsori del Leone tra i più fragili della storia.
Due vittorie e ben 37 ritiri, Jean Pierre Jabouille era “monsieur tout ou rien”: un driver con una sorte ontologicamente avversa ai risultati poco eclatanti.
Con questo ‘Karma’ particolare probabilmente, se avesse continuato, sarebbe diventato campione del mondo.
Un storia che, purtroppo, non conosceremo mai.
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