Trenta Bugatti in treno, ecco la storia
C’era una volta il signor Fritz Schlumpf, che aveva una grande passione, quella per le auto Bugatti. Decise di metterne 30 su un treno a Hoffman, uno sperduto villaggio nell’Illinois, il 30 marzo del 1964. Uno spettacolo che non si è mai più visto: le belle auto francesi caricate a bordo di un convoglio di vagoni a bisarca della Southern Railway Illinois. Da lì, le preziose auto da collezione avrebbero viaggiato fino a New Orleans per salpare su una nave cargo battente bandiera olandese. Ad attenderle al porto di Le Havre dopo la traversata atlantica proprio l’uomo ossessionato dal desiderio di riunire la collezione più numerosa e prestigiosa di Bugatti al mondo.
Scopriamo qualcosa di più su Fritz Schlumpf. Di origini piemontesi, ma residente in Svizzera, Federico Filippo Augustino (questo era il suo vero nome) aveva comprato la sua prima Bugatti nel 1928, ad appena 22 anni. La guidava nei fine settimana e occasionalmente nelle corse locali, da pilota amatoriale. Schlumpf, nel Dopoguerra, prese di fatto il controllo dell’industria tessile nel Nord-est della Francia e presero a collezionare vetture d’epoca; nel 1957 acquistarono un lanificio fallito a Mulhouse, in Alsazia, in previsione di installarvi un proprio museo dell’automobile.
Nel 1961 esplose l’amore folle per le Bugatti (anch’essi italiani divenuti imprenditori di successo in Francia) che, nel giro di pochissimo tempo portò Fritz a diventarne uno dei maggiori collezionisti al mondo. Soprattutto dopo aver rilevato auto, pezzi, materiali e disegni tecnici dopo il fallimento Bugatti dalla Hispano-Suiza. Schlumpf scriveva ai proprietari di Bugatti sparsi per il mondo attingendo i contatti dalla lista di indirizzi del Bugatti Owners Club inglese.
Entrò così in contatto con il collezionista americano John W. Shakespeare che aveva i pezzi mancanti dell’incredibile puzzle che aveva in mente. In particolare, aveva una Type 55 del 1932; tre Royale Type 41 carrozzate Park Ward; 12 Type 57; tre Type 55 e, addirittura, l’auto elettrica personale di Ettore Bugatti, la Type 56 del 1931. Schlumpf gli offrì 70.000 dollari per averle tutte. Shakespeare rifiutò: voleva cifre a cinque zeri. Seguì un periodo di concitate negoziazioni finché i due collezionisti si accordarono per la somma di 85.000 dollari, trasporto in Francia compreso. Un ottimo affare, se pensiamo alle cifre ultramilionarie di oggi!
Fu così che le Bugatti presero il treno per la Francia. Nel 1965 i fratelli Schlumpf resero pubblica l’esistenza della loro collezione ed annunciarono anche il progetto di creare il museo di auto classiche più grande al mondo.
A causa degli scioperi prolungati, delle accuse di pratiche commerciali scorrette e del declino del settore laniero francese negli anni Settanta, gli Schlumpf fuggirono in Svizzera. Furono i loro dipendenti a scovare circa 500 auto da collezione, delle quali 181 Bugatti! Per evitare la dispersione della collezione, lo Stato francese assimilò la collezione Schlumpf ai Beni culturali. Oggi queste vetture si trovano alla Cité de l’Automobile di Mulhouse: 400 classiche fra le più rare e preziose al mondo, fra le quali un centinaio di Bugatti e la famosa Park Ward di John Shakespeare. Alcune delle 30 auto acquistate avventurosamente da Fritz Schlumpf hanno, invece, trovato dimora in stato originale di conservazione al Mullin Automobile Museum di Oxnard, in California.
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