Passat, nozze d’oro in casa Volkswagen
Nel 1973, dal marchio di Wolfsburg, arriva la Passat, nuova berlina a due e quattro porte dal nome di un vento che deriva dall’Audi 80 di cui mantiene in parte lo stile. Ne condivide la meccanica e ha come obiettivo un’elevata diffusione anche al di fuori dell’Europa.
Inizialmente la Passat ha carrozzeria solo berlina a due volumi, ma dal 1974 entra in produzione anche la Variant, una station wagon di grande successo. Contribuirà in modo determinante alla diffusione del modello.
Pregi: ottima tenuta di strada, buona abitabilità, bagagliaio spazioso. Difetti: sterzo demoltiplicato, motore rumoroso e visibilità posteriore scarsa.
Nel suo stile c’è la matita dell’Italdesign di Giugiaro, che viene coinvolto da Wolfsburg per disegnare la forma spiovente della coda. Il motore monoalbero a camme in testa della Passat è longitudinale, le sospensioni anteriori indipendenti McPherson e quelle posteriori a ponte rigido. Compatte le dimensioni: 422 cm di lunghezza e 160 cm di larghezza.
Nel 1988 arriva la seconda serie, dalla linea più importante e moderna, a due volumi oppure station wagon, ma con una maggiore abitabilità garantita dal passo più lungo di otto cm. Con la terza generazione a Wolfsburg si volta pagina, non solo per la linea più morbida ed aerodinamica, ma anche per le molte componenti in comune con la Golf, che consentono un’importante economia di scala.
Le ultime serie puntano su cambio di pianale, ampie disponibilità di motori, tecnologie al passo con i tempi fino alla recente ibrida ricaricabile.
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