L’unicità della Abarth OT 1000 Spider
Sotto l’aspetto elegante di una Fiat 850 Spider si nasconde una vera e propria belva motorizzata dalla Scorpione.
Le differenze estetiche sono ridotte al minimo, soprattutto per gli interni. Il modello, uscito dagli stabilimenti Bertone di Grugliasco, veniva elaborato in Abarth: al posto dell’abituale motore da 843 cc e 49 CV, se ne montava uno con ben altre prestazioni.
Fu il pilota italo-americano Alfredo Salvatore Cosentino (noto come AI, addetto ad esportare le vetture Abarth in America) ad avere l’intuizione. Chiese a Carlo Abarth di lavorarci su e quasi tutte furono esportate. Giunte oltre oceano, veniva montato il roll-bar, il parabrezza veniva sostituito da un cupolino in plexiglass (il peso, così, diminuiva di circa 200 kg). I tecnici della scuderia Faza (Fiat Abarth Zagato Allemano) pensavano a posizionare un 1300 o un 1600 bialbero.
Questa spider dalla palpitante meccanica fu presentata al Salone di Francoforte del 1965 insieme a Coupè OT 1000 ed OTR con prestazioni superiori.
La meccanica della OT 1000 spider era potenziata rispetto alla coupé: il motore era quattro cilindri in linea da 982 cc e 62 CV, in grado di spingerla a velocità di circa 168 km/h (contro i 145 delle normali 850 spider).
Bisognava, però, fare i conti con le altre parti non elaborate da Abarth: assetto, sterzo, sospensioni, impianto frenante e gommatura erano previste per un impiego assai meno gravoso. La pedaliera, concepita per uso turistico, non consentiva il punta-tacco.
Gli esemplari prodotti da Abarth furono un centinaio, il 90% dei quali finito negli Usa.
Potrebbero esserne rimasti una decina. Chi sono i fortunati?
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