Ferrari Testarossa Spider di Agnelli, un capolavoro senza tempo

Ferrari Testarossa Spider di Agnelli, un capolavoro senza tempo
In #guidaallecuriosità di Galdieri

1986. Giovanni Agnelli era presidente della Fiat da vent’anni.
Aveva un desiderio. Una Ferrari scoperta. Ci pensò Pininfarina in quattro mesi di operoso lavoro, creando un perfetto equilibrio tra sportività ed eleganza.
Nacque la Testarossa Spider, una fuoriserie destinata a rimanere una one-off, imitata ed adattata, ma mai riprodotta in originale.

Per la Pininfarina sarebbe stato semplice realizzare un soft top automatico, che rendesse quella meccanica così estrema, da 390 cavalli (ospitava un grosso e poderoso V12 da 4.9 litri in grado di spingere l’auto da 0 a 100 km/h in meno di 6 secondi), un compendio di lusso ed esclusività. Invece fu concepita una semplice capote manuale, come su espressa richiesta del Presidente: “Caro Fioravanti, mi faccia una spider e mi aggiunga qualcosa di semplice, come un ombrello!”.

La trasmissione, rivoluzionaria per l’epoca, dovette adattarsi alle esigenze di Gianni Agnelli. Anni prima aveva subito un incidente alla gamba sinistra ed era dunque complesso ed estenuante per lui schiacciare ripetutamente la frizione nel traffico. Fu progettata specificamente dalla Valeo che permetteva di cambiare modalità di cambio, da manuale a 5 marce ad automatico, attraverso un bottone.

Unico e bellissimo col suo iconico numero di telaio dispari, 62897, come da tradizione Ferrari, era di colore argento Nurburgring (in chimica espresso con l’acronimo Ag, coincidenti con le iniziali di Gianni Agnelli), accarezzato da una banda dal blu (colore preferito dall’Avvocato) con tettuccio in tela bianco magnolia e targa personalizzata TO0000G. Il nobile metallo era anche utilizzato in sostituzione dell’alluminio per scudetti e logo.

Che ne è stato del modello unico di Testarossa Spider? Dopo alcuni anni l’Avvocato decise di venderla ad un suo carissimo amico, un collezionista torinese, che ne ha mantenuto la proprietà fino al 2016 per poi essere battuta all’asta per 1,2 milioni di euro.


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