Lamborghini Urraco, affascinante ultra cinquantenne
Presentata al Salone di Torino nel 1970, la Urraco P250 (“P” indicava la posizione posteriore del motore e 250 la sua capacità di 2,5 litri) era una vettura con due papà: l’ingegner Paolo Stanzani, all’epoca responsabile tecnico di Lamborghini, e Marcello Gandini, allora alla guida dello stile della Carrozzeria Bertone. Lunga solo 4,25 mt, la vettura era caratterizzata da spazi interni innovativi per conformazione della plancia, posizione degli strumenti e volante a calice.
Pensata per l’uso quotidiano e non troppo costosa da realizzare per espresso volere di Ferruccio Lamborghini, Urraco dimostrò che la carica innovativa dei prodotti di Sant’Agata Bolognese, dopo Miura ed Espada, non si era ancora esaurita.
La Urraco era una veloce berlinetta, 2+2, motore V8 posteriore centrale e sospensioni indipendenti, con sistema McPherson sulle quattro ruote, una combinazione di soluzioni adottate per la prima volta in ambito automotive.
Nel 1974 fu sostituita dalla P200 con cilindrata ridotta (1.994 cc per 182 CV) e, successivamente, dalla P300 (2.996 cc per 265 CV).
Dal 1976 al 1979 arrivò una due posti con tetto “Targa” denominata “Silhouette”: costruita in soli 56 esemplari, che fornì le basi per la successiva “Jalpa” che, dal 1981 al 1988, continuò la tradizione delle Lamborghini minori.
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