Ada Pace “Sayonara”, la signora che vinceva le corse
Dietro l’aspetto suadente e tranquillo celava l’animo del combattente che viveva ogni sfida come se fosse l’ultima.
Ebbe l’ardire di battere piloti del calibro di Juan Manuel Fangio e di guidare le vetture più potenti del suo tempo.
Gli avversari la guardavano con disprezzo e stupore.
Era considerata un alieno e, a volte, anzi spesso, sul podio veniva fischiata.
Ada Pace era odiata dai colleghi maschi, feriti nel loro orgoglio quando da questa erano battuti.
Alle corse si iscriveva con lo pseudonimo di Sayonara, espressione con la quale i Giapponesi dicono addio.
La sua più prestigiosa vittoria fu la targa Florio.
Una gara difficile, tra le montagne della Sicilia, dove il confine tra la disfatta ed il successo è labile come le protezioni che separavano il percorso dai burroni.
Non è morta in pista perché aveva un cervello e sapeva guidare e capire un’auto da corsa.
Si è spenta nel suo letto e l’ultimo desiderio è stato quello di non avere revocata la patente per limiti d’età.
Una storia questa di Ada Pace, fatta di cuore e passione.
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