Cesare Fiorio, uomo da corsa

Cesare Forio si laurea in scienze politiche, ma è chiaro che non vuole passare la vita a fare un lavoro statico.
Al grigiore degli uffici preferisce l’azione e, nel 1961, con una Lancia Appia Zagato vince il titolo italiano  nella categoria GT fino a 1150 cc.
Il rapporto con il marchio di Chivasso è viscerale tanto che nel 1963 questo intraprendente ragazzo decide di puntare ingegno e risorse su Lancia, creando l’HF (High Fidelity) reparto speciale destinato a creare auto  che daranno filo da torcere a molti, sia in pista sia nei rally.

Le Lancia HF diventeranno l’incubo dei tedeschi di Porsche ed Audi, battuti a più riprese.
Memorabili le vittorie della 037 contro le Audi ‘Quattro’ e della LC1 contro le Porsche 956.
Senza dimenticare le affermazioni con la Fulvia contro i super organizzati squadroni Ford e quelle della Delta capace di imporsi su tutti con ben 5 titoli mondiali.
Il Piemontese trionfa anche con Fiat nel 1977, con il bizzarro Walter Rohrl e la rude Abarth 131 Rally.
Fiorio diviene, visti gli attributi, uomo di fiducia degli Agnelli che nel 1989 gli affidano la Ferrari.
La ‘patata bollente’ è nelle sue mani, ma con tanta passione, astuzia e metodo prende per mano la squadra  e la porta da uno stato di assoluta mediocrità ad uno di prim’ordine, arrivando con Prost a giocarsi il titolo nel 1990.
L’iride sarà persa a causa di un Senna oltremodo combattivo che in Giappone, senza troppi complimenti, spedirà il francese fuori pista.

Conclusa l’esperienza in Ferrari si dedicherà ancora alla Formula 1 con la Ligier ed infine con la Minardi.
Uomo appassionato, colto, amante del bello: abbandonati i motori si ritirerà in Puglia dove aprirà un elegante masseria specchio del suo carattere,  un ‘buen retiro’ lontano da ogni pacchiano eccesso.
Dicono che il suo olio d’oliva sia buonissimo.
Una vita tra i motori per questo ‘uomo da corsa’ che, nel 1994, è anche diventato Cavaliere della Repubblica.
Un tributo dovuto ad uno dei più grandi’ team manager’ della storia.

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