Valenzano e quell’attimo di gloria mancato per un soffio.

Il mondiale Granturismo del 1951 è molto combattuto, con Ferrari e Lancia pronte a vendere cara la pelle.
Clienti scomode sono anche le Osca-Maserati e le Austin Healey.
Anche i driver sono di rilievo elevatissimo, ad eccezione di alcuni piloti non professionisti che corrono per hobby o scopi commerciali.

Le candidate alla vittoria finale sono le Ferrari, ma anche la Lancia con la potente D20 può giocarsi le sue chance.
Fondamentale per la lotta al titolo è la 12 ore di Sebring.
Tra le auto schierate dal team piemontese in America c’è anche una affidata al talentuoso Valenzano in coppia con Rubirosa, un gentleman driver che gareggia per scopi pubblicitari.

L’avventura americana per il giovane Valenzano non inizia nel migliore dei modi poiché, alla serata iniziale di gala, gli impongono di ballare con Marilyn Monroe, facendogli fare una figuraccia, poiché l’Astigiano è uomo da corsa non da night.
Il giorno della partenza a Sebring ci penserà Gianni Lancia a fargli girare ulteriormente le scatole, facendo fare il primo turno di gara a Rubirosa.
Quest’ultimo guida come se stesse andando a fare la spesa, attardandosi di quasi trentadue secondi dal gruppo di testa.

Al momento di prendere il volante, il demonio sembra impossessarsi del buon Gino, che guida come un folle, nonostante il cambio danneggiato dal compagno playboy nelle prime ore della competizione.
Ignaro di tutto, si trova a minacciare il primato della Osca Maserati di Moss, anche perché tutte le altre D20 si sono ritirate per noie meccaniche.

Perderà la gara a causa di quei 32 secondi bruciati da Rubirosa, che probabilmente, più che alla corsa, pensava ai pizzi ed ai merletti di qualche attrice hollywoodiana.

Un’affermazione persa per un soffio, di cui Valenzano non si farà mai una ragione.
Un attimo di gloria mancato.
C’è poco da dire, a parte che, nella vita, a volte, siamo tutti un po’ Valenzano.

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