Fiat F2, storia di una straordinaria vettura da corsa

Il 1907 fu un anno trionfale per la Fiat. Responsabile tecnico era l’avvocato Carlo Cavalli. Singolare figura di progettista, innamorato delle competizioni, si dedicò alla progettazione di tre diversissimi organi meccanici da affidare ad una squadra di piloti (Vincenzo Lancia e Louis Wagner) capitanata da Felice Nazzaro per partecipare a competizioni con diverse regole.

Le tre vetture, note come Fiat 28/40 HP “Targa Florio” (Circuito delle Madonie), “Fiat Taunus” (Coppa dell’Imperatore), Fiat 130 HP “Grand Prix de France” (Circuito di Dieppe), avevano motori a quattro cilindri verticali biblocco, quattro marce, trasmissione a catena, freno a pedale sul differenziale, cerchi delle ruote in legno, sistema di accensione con magnete a BT.

La 130 HP, denominata Fiat F2, era la più potente: equipaggiata di un poderoso motore di oltre 16 lt, con una potenza di 135 HP ed un peso di 1025 kg, una velocità di 160 km/h, con punte anche di 200 km/h.
Si trattò di un vero e proprio tris d’assi perché Nazzaro ebbe la meglio in tutte e tre le gare, assicurando una posizione di predominio alla Fiat ed all’industria automobilistica italiana.

La corsa al Gran Premio di Francia fu considerata il capolavoro di Nazzaro. Partito molto prudentemente per risparmiare il combustibile, il pilota aumentò gradatamente la propria andatura secondo uno schema cronometrico fino a dar fondo a tutte le possibilità della sua macchina in un crescendo finale.

La media complessiva fu di oltre 113 km/h, raggiunta dosando meticolosamente il consumo: all’esame del serbatoio, dopo il suo arrivo vittorioso, risultò che dei 230 lt di benzina concessi (era autorizzato un consumo fino a 30 lt ogni 100 km per un percorso di 770 km) riuscì a risparmiarne 12.

Un trionfo tutto italiano.

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