Giancarlo Minardi, l’uomo che volle correre coi grandi

Giancarlo Minardi ha da sempre un sogno nel cassetto: diventare un importante costruttore di auto da corsa.
Nasce a Faenza nel cuore dell’Italia a motore, nella stessa regione di Ferrari e Lamborghini.
Papà Giovanni ha una concessionaria FiaT, ma vendere le 600 a Giancarlo non basta.

Fa il pilota e poi diventa manager all’inizio degli anni Settanta della scuderia del ‘Passatore’ della quale prende poi totalmente il controllo.
Corre in Formula 2 ed i successi non tardano ad arrivare e così, nel 1985, il faentino è pronto per il salto in F1.
Con soli 10 uomini, un V8 Cosworth ed una vettura concettualmente molto semplice nasce la ‘Minardi F1 Team’.
In un mondo dominato dagli Inglesi e dalla loro tradizione ingegneristica, non è facile per il buon Giancarlo ottenere successi.

Nel giro di pochi anni si trova sull’orlo della bancarotta, ma lui continua, condendo il paddock con la sua ironia tipicamente romagnola.
Ayrton Senna gli vuole bene come se fosse un vecchio zio e gli promette che, una volta battuto il record di Fangio, andrà a correre per lui per fare grande la Minardi.
Nel 1997 cede tutto a Rumi della Fondmetal ed a Briatore.

Nonostante i capitali freschi, Giancarlo Minardi non riesce ad emergere

I rapporti con la Ferrari non sono ottimali, con Montezemolo che lo snobba vedendolo solo come un ridicolo garagista.
Nel 2001 il team viene ceduto all’Australiano Paul Stoddart, che lo rivende a sua volta alla Red Bull nel 2005 che lo ribattezza ‘Toro Rosso’.

La ‘Toro Rosso’, oggi ‘Alpha Tauri’, ha ancora sede a Faenza ed è una delle più promettenti scuderie dell’attuale F1.
Anche se nei fatti è il ‘Junior Team’ della Red Bull ha comunque ottenuto due vittorie ed è regolarmente in lotta per la zona punti.
Siamo sicuri che Giancarlo Minardi, ormai fuori dalla F1, brinderà ogni volta con fiumi di lambrusco quando una Alpha Tauri vince o termina la gara davanti ad una Ferrari o una McLaren.
Perché quel team, anche se non si chiama più Minardi, è sempre una sua creatura dove ha lasciato cuore, anima ed un bel po’ di quattrini.

Giancarlo Minardi non ha vinto nulla, ma l’aver corso con i grandi rimane, per un uomo che nasceva come rivenditore di auto, il più grande dei privilegi ed il più romantico dei ricordi.
Una storia d’altri tempi, bella solo come quelle che la F1 sa regalarci.

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