Fiat Duna, il flop che arrivò dal Sud America- #galdierirentracconta

In #Galdierirentracconta di alessandro fedullo

“Troppo bella, non è papa”.

Così recitava lo spot della Fiat Duna, infelice frutto della Fiat Auto di fine anni Ottanta.

Una réclame più brutta dell’auto stessa che veicolava ai clienti un’immagine distorta e oltremodo sbagliata. Mostrava il classico borghese medio vittima di una moglie un po’ tiranna.

Se avevi un po’ di sale in zucca, solo a guardare quella pubblicità così odiosa, ti passava la voglia di comprare la Fiat Duna. Una Fiat Uno con la coda che richiamava l’elegante Lancia Thema, sproporzionata e priva di qualsiasi particolarità stilistica, capace di far apparire più ricercato nel design anche uno scolapasta.

Per Agnelli doveva essere la terza vettura più venduta in Italia ma evidentemente l’avvocato, nei dorati anni Ottanta, era totalmente distante dal mondo reale, diviso tra le bellezze di St.Moritz e i suoi molteplici affari.

La Fiat considerata la più brutta di tutti i tempi

Dotata di motori 1.1 e 1.3, questa meraviglia era importata dal Brasile dove veniva venduta con il nome di “Premio” e ad un certo punto cominciarono a commercializzarla anche con il 1.7 diesel della Regata che, grazie al peso contenuto, faceva registrare percorrenze da record.

Roba che andavi da Torino a Palermo con un solo pieno. Se la  Fiat Duna fuori era brutta, dentro era anche peggio. Grazie all’ampio utilizzo di tessuti dai colori squallidi, uniti a plastiche scadenti che emanavano, dopo l’esposizione al sole, un odore “particolare”.

Ma fu davvero un disastro su tutte le linee? Se la valutiamo oggettivamente, la risposta è affermativa. Volendo invece andare oltre possiamo dire che fu il primo esempio italiano di “World Car”, nato per soddisfare i gusti del mercato sud americano ed europeo.

L’idea era vincente ma sbagliata nella sua applicazione pratica poiché, le esigenze dei mercati dei Paesi in via di sviluppo e quelle dei ricchi paesi occidentali, sono completamente opposte.

A Torino avrebbero dovuto modificare pesantemente la Duna nell’estetica e negli arredi interni per trasformarla da flop in best seller. L’erede, venduta con marchio Innocenti e chiamata “Elba”, seguiva questa filosofia ed infatti era leggermente più gradevole e non suscitava reazioni di terrore.

Purtroppo non tutte le ciambelle riescono col buco e la Duna sarà ricordata per sempre come una delle auto più brutte e sfigate della storia.

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