Lamborghini Diablo, Toro Scatenato

Lamborghini Diablo, Toro Scatenato
In #Galdierirentracconta di alessandro fedullo

La Lamborghini Countach fu una delle sportive più iconiche degli anni Settanta ed Ottanta.
Brutale, potente ed estrema, non aveva la grazia della ‘Miura’, ma puntava tutto sull’essenza dionisiaca della ‘performance’.
Sostituirla era complesso, ma in Lamborghini fanno un mezzo che è la naturale evoluzione della ‘Countach’, la ‘Diablo’.
Già il nome è tutto un programma e si riallaccia al toro allevato dal Duca di Veragua, chiamato appunto ‘Diablo’ che nel 1869 si scontrò a Madrid con il torero ‘El Chicorro’.
Lo stile definito da Gandini è una commistione di elementi presi dalla Countach e di stile Hi-Tech anni ’90, sapientemente mixati al fine di creare qualcosa che trasudi dinamismo e velocità.

L’obiettivo è centrato in pieno e la nuova supercar, da qualsiasi angolazione la si guardi, si capisce che è una Lamborghini.
Se poi è verniciata di colore nero possiamo tranquillamente definirla come la più sexy tra le super car.
Sotto al cofano troviamo, in posizione centrale, un motore 12 cilindri con distribuzione a 4 valvole per cilindro.
Un mostro di potenza, capace di ben 492 cavalli scaricati sulle ruote posteriori.
In Lamborghini però vogliono di più e, non paghi, ‘implementano’ la loro nuova creazione con un avanzato sistema di trazione integrale.
Denominata ‘VT’, acronimo di ‘Viscous  Traction’, in caso di perdita di aderenza delle ruote posteriori trasmette ‘grip’ fino ad un massimo del 25% a quelle anteriori tramite l’inedita trazione 4×4 ad accoppiamento viscoso.

L’idea nasce per venire incontro soprattutto agli utenti ‘meno esperti’ con un prodotto più fruibile.
Quasi 500 cv con la sola ‘trazione posteriore’ sono impegnativi e la ‘Diablo’ mira ad essere il ‘top’ anche come utilizzo stradale in totale sicurezza.
Come la ‘911 4s’ della Porsche, anche la ‘Diablo VT’ della Lamborghini può essere usata per andare in montagna.
Arrivare sulla neve fresca con un 12 cilindri non ha prezzo e se poi, sul cofano posteriore, c’è il marchio ‘Lamborghini’ la cosa diventa ancora più cool.
Dopo la ‘VT’ del 1993 esce nel 1998 la seconda serie con nuovi interni e senza gli scenografici fari a scomparsa.
L’elettronica del motore viene rivista e si applica un sistema di fasatura variabile che innalza la potenza fino a 575 cv.
Nel 2000 esce la terza ed ultima serie, dotata di motore con cilindrata aumentata a 6.0 caratterizzato da un’erogazione più lineare della potenza.
E’ il canto del cigno di un modello importantissimo per il brand emiliano che ha gettato le basi per un altro capolavoro, la ‘bestiale’ Murcielago nata sotto la gestione Audi.


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