Alfa Giulietta, l’ultima media del Biscione
La 147 era stata un punto di riferimento fra le berline compatte per il design altamente ‘emozionale’ e la guida coinvolgente.
Sostituirla nel 2010 non è un’impresa facile, anche perché a Monaco di Baviera hanno inventato la Serie 1 a trazione posteriore, che garantisce un’esperienza di guida di livello ancora più elevato.
In Alfa come sempre fanno di necessità virtù e, sfruttando la piattaforma di Fiat Bravo (non propriamente ‘sportiva’), creano un’auto divertente da guidare grazie alle sospensioni multilink posteriori ed al differenziale elettronico Q2, con spazi meglio sfruttati rispetto alla precedente 147 ed alla competitor Bmw.
Esteticamente il centro stile del Biscione trasferisce sulla nuova ‘media’ gli stilemi della Gran Turismo 8c, facendo un lavoro superbo.
Se il frontale è chiaramente ispirato alla supersportiva ad 8 cilindri, la parte posteriore è un richiamo ad un’altra Alfa del passato, la 75.
L’ottimo lavoro di ingegneri e designer viene purtroppo vanificato durante l’industrializzazione del progetto a causa di finiture non all’altezza del costo della vettura.
La cosa peggiore è il cruscotto che tende a gonfiarsi in prossimità dell’Airbag.
Un difetto imbarazzante, mai del tutto risolto.
La rete assistenziale Alfa, però, ci mette una ‘pezza’ cambiando tutti i cruscotti deformati anche a garanzia scaduta.
Altri problemi vengono dall’elettronica che, spesso, manda in tilt diversi comparti dell’auto, costringendo a frequenti visite in officina.
Nel 2015 abbiamo la seconda serie, migliorata sotto tutti i profili.
I materiali sono di qualità migliore ed i chip non danno più problemi.
Con il restyling debutta anche la ‘Veloce’ da 240 cv, alimentata dallo stesso motore della roadster 4c.
Una ‘Instant classic’ venduta a pochi appassionati (anche a causa del listino superiore ai 40.000 euro) erede spirituale della 75 turbo degli anni ‘80.
Se le versioni sportive sono per pochi, le diesel multijet sono tra le più richieste.
Poche auto, nel 2017, potevano offrire l’efficiente affidabilità dei motori a gasolio di Fca con un design che faceva, soprattutto nelle versioni più accessoriate, voltare la testa ai passanti.
Per poco più di 25.000 euro si poteva acquistare in quel periodo una Giulietta Diesel 1.6 120 cv in allestimento ‘Sport’ ed avere un’auto bella non solo da guidare, ma anche da guardare.
Con la stessa somma potevi comprare una Golf senza nemmeno i cerchi in lega o una Škoda Octavia a metano (l’ideale se volevi fare il tassista…).
L’Alfa Romeo Giulietta era un ottimo affare e rimase in produzione fino al 2020.
Dopo di lei si interrompe una tradizione secolare, cominciata con l’Alfa Sud negli anni Settanta.
Il suo testimone viene raccolto, nel 2021, da una Suv, la Tonale.
I piani marketing della casa milanese non prevedono una nuova ‘Hatchback’, lasciando scoperta una fetta di mercato sicuramente importante, ma non più redditizia come una volta.
Agli orfani della Giulietta Veloce non resterà alternativa e dovranno purtroppo acquistare, con sommo disappunto, una Golf GTI o una Bmw M135.
Speriamo che a Torino (anzi a Parigi….) cambino idea e ci donino una nuova Alfa a ‘ruote basse’ bella e scattante come la Giulietta.
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