Fiat 850, come la 600 ma molto meglio
Nella gamma Fiat esiste un ‘vuoto’ importante tra la 600 e la 1100, in una nicchia di mercato importantissima per il costruttore piemontese.
Sviluppare un’auto completamente nuova imporrebbe costi molto elevati, ma l’avere in casa un progettista geniale come Dante Giacosa riesce a risolvere il problema.
Dante parte dalla ‘600’, le dona una nuova carrozzeria più filante ed aerodinamica con uno stile che strizza l’occhio alle creazioni d’oltreoceano, potenzia il motore.
Come? Ora con una cilindrata maggiorata a 843 cc (da qui il nome 850) e provvede ad installare un radiatore dedicato per il riscaldamento per far in modo che i cattivi odori di benzina ed olio non penetrino nell’abitacolo.
Altra novità è il cruscotto, non più in lamiera, ma in plastica ‘antiriflesso’.
Presentata nel 1964, ‘Fiat 850’ è subito un successo. I più esigenti possono anche acquistarla in versione ‘Super’, predisposta per essere alimentata con la nuova benzina più ricca di ottani.
La ‘Special’ aggiunge nel 1968 cromature, nuovi cerchi da 13 pollici e, soprattutto, un inedito motore da 47 cv con carburatore doppio corpo, lo stesso della ‘850 Coupe’.
In questa nuova configurazione la piccola del Lingotto diventa l’auto ‘Jolly’ per eccellenza grazie all’ottima manovrabilità in città ed al ‘brio’ che tirava fuori nei percorsi extraurbani.
Con un peso in ordine di marcia di 680 kg, i 47 cavalli del suo motore posteriore le davano una grinta inaspettata, già nella configurazione ‘stock’.
Se poi si metteva mano alla lunga lista di ‘Aftermarket’ firmati ‘Abarth’ si poteva rendere la ‘850‘ davvero molto cattiva.
Bastava una marmitta a doppia uscita, un carburatore con getti maggiorati che respirava attraverso un filtro aria ‘dedicato’ e si rendeva questa macchinina un oggetto davvero fuori dalle righe.
Nasceva per andare a fare la spesa e per portare la famiglia al mare. Poi diventava, per molti, il primo passo verso macchine di gran lunga più prestazionali.
Anche per questo molte sono andate distrutte, quindi se avete la fortuna di incontrarne una ‘modificata’, che potrete riconoscere dal doppio scarico e dagli immancabili fari di profondità ‘Carello’, rendetegli i dovuti omaggi perché quel mezzo, nel suo piccolo, è stato dispensatore di grande gioia motoristica. La potete riconoscere dal doppio scarico e dagli immancabili fari di profondità ‘Carello’.
Giacosa, più che un semplice ‘Tecnico’, era un mago con un cilindro capace di tirar fuori solo auto efficienti e riuscitissime.
Con la ‘Fiat 850’ fece centro nuovamente, creando una ‘600’ migliore in tutti i particolari.
A Torino dovrebbero fargli un monumento.
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