Alfa 155 DTM, la storia della Furia rossa
Alfa 155 DTM, ecco la sua storia.
Sostituire l’Alfa 75 sarebbe stato un compito molto arduo, essendo la quinta essenza del DNA sportivo del Biscione.
Trazione posteriore, motore bialbero ed un gran rombo, la ‘75’ era l ‘ALFA’ per eccellenza.
La 155 (che ne prese il posto ad inizio anni ‘90) aveva il pianale Fiat e gli interni della Tempra.
Era inoltre una trazione anteriore.
Sostituire l’Alfa 75 sarebbe stato un compito molto arduo, essendo la quinta essenza del DNA sportivo del Biscione.
Trazione posteriore, motore bialbero ed un gran rombo, la ‘75’ era l ‘ALFA’ per eccellenza.
La 155 (che ne prese il posto ad inizio anni ‘90) aveva il pianale Fiat e gli interni della Tempra.
Era inoltre una trazione anteriore.
Come previsto gli Alfisti la snobbarono, però qualcosa, per dare visibilità al nuovo modello, si poteva fare.
Il combattuto campionato tedesco Turismo DTM prevedeva auto che, in comune con quelle in produzione, dovevano avere solo il design, per il resto carta bianca.
La neonata ‘Alfa Corse’ diretta da Giorgio Pianta, in cui militavano molti tecnici ex Lancia- Abarth, creò così un ‘mostro’, la 155 DTM.
Motore V6 Busso di 2,5 litri pompato fino a 420 cv, trazione integrale e telaio specifico.
La neonata ‘creatura’ denominata ‘V6 TI’ distrusse la concorrenza di Mercedes 190 (trazione posteriore, 375 cv) ed Opel Calibra V6.
I duelli con i piloti Mercedes entrarono nella storia, ma le auto della stella poco poterono contro la ‘Furia Rossa’.
La 155 era veloce in ogni situazione, dando il meglio sui fondi viscidi grazie alla trazione integrale.
Il combattuto campionato tedesco Turismo DTM prevedeva auto che, in comune con quelle in produzione, dovevano avere solo il design, per il resto carta bianca.
La neonata ‘Alfa Corse’ diretta da Giorgio Pianta, in cui militavano molti tecnici ex Lancia- Abarth, creò così un ‘mostro’, la 155 DTM.
Motore V6 Busso di 2,5 litri pompato fino a 420 cv, trazione integrale e telaio specifico.
La neonata ‘creatura’ denominata ‘V6 TI’ distrusse la concorrenza di Mercedes 190 (trazione posteriore, 375 cv) ed Opel Calibra V6.
I duelli con i piloti Mercedes entrarono nella storia, ma le auto della stella poco poterono contro la ‘Furia Rossa’.
La 155 era veloce in ogni situazione, dando il meglio sui fondi viscidi grazie alla trazione integrale.
Il maggiore peso rispetto alla 190 era compensato ampiamente dalla potenza del V6.
Dopo essersi aggiudicati il campionato 1992 con Nicola Larini, che si prese il lusso anche di vincere al Nurburgring interrompendo un digiuno che sulla pista tedesca mancava dai tempi di Nuvolari, nel 1993 la casa milanese era intenzionata a fare ancora meglio.
E così fu, con un ulteriore trionfo.
Anche le vendite (per la gioia di Fiat) migliorarono, soprattutto in Germania dove il DTM era più seguito della F1.
Dopo essersi aggiudicati il campionato 1992 con Nicola Larini, che si prese il lusso anche di vincere al Nurburgring interrompendo un digiuno che sulla pista tedesca mancava dai tempi di Nuvolari, nel 1993 la casa milanese era intenzionata a fare ancora meglio.
E così fu, con un ulteriore trionfo.
Anche le vendite (per la gioia di Fiat) migliorarono, soprattutto in Germania dove il DTM era più seguito della F1.
Gli anni successivi (1994-95) videro la ‘rossa’ avere problemi di affidabilità a causa dell’avvento dell’elettronica.
Dopo il 1996 fu sostituita dalla 156, vincente, ma meno scenica.
Possente, veloce e dannatamente bella, la 155 V6 TI sembra uscita da un manga e mostra come prestazioni e tecnica raffinata possano sopperire ad un design scialbo.
Sarà un caso che tutti ricordano la 155 da corsa, mentre in pochi rammentano la sua umile versione da strada.
Meditate.
Dopo il 1996 fu sostituita dalla 156, vincente, ma meno scenica.
Possente, veloce e dannatamente bella, la 155 V6 TI sembra uscita da un manga e mostra come prestazioni e tecnica raffinata possano sopperire ad un design scialbo.
Sarà un caso che tutti ricordano la 155 da corsa, mentre in pochi rammentano la sua umile versione da strada.
Meditate.
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