Morris Marina, la peggiore auto britannica della storia

Fare un ‘clone’ non è mai una idea brillante.
Farlo anche sbagliato è poi il peggior disastro auspicabile, soprattutto per un produttore di auto.
Ma alla British Leyland alla fine degli anni Sessanta regna la confusione ed il loro obiettivo più nitido è quello di togliere clienti alla Ford, che con Escort e Cortina ha il monopolio sia per i clienti ‘privati’ sia per le aziende, che scelgono le auto dell’ovale blu per l’ottimo rapporto qualità prezzo.

La Morris Marina, che debutta nel 1971, si ispira alle Sedan Ford con la sua impostazione classica (motore anteriore e trazione posteriore) e la sua linea molto tradizionale.
Peccato che però tutto fosse fatto con un’ottica mirata a ridurre i costi e così, su un’auto degli anni Settanta, troviamo le balestre della Morris Minor che aveva debuttato alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ad aggravare la situazione ci si mette anche l’affidabilità disastrosa dei primi modelli che risentono degli scioperi e della scarsa organizzazione della rete produttiva BL.
Difficile fare peggio.

Anche la Austin Allegro, appartenente allo stesso gruppo, non fu un successo, ma almeno era una vettura che provava ad essere innovativa.
Con la terza serie estetica ed affidabilità migliorano e la ‘Marina’ diventa quasi gradevole grazie ad una nuova calandra disegnata da Karaman, ma ormai la ‘nomea’ di vettura triste, figlia di politiche industriali sbagliate, le si è cucita addosso come un impeccabile vestito sartoriale.
Uscirà di scena nel 1980 sostituita dalla Morris Ital, che era una Marina con un nuovo frontale Morris Ital.
Morris è stato uno dei marchi più grandi dell’automobilismo inglese e la ‘Marina’, in un decennio, è riuscita a farlo finire completamente nel fango.

Possiamo dire, tranquillamente, che è stata la peggior auto che la Oxfordshire, cuore pulsante dell’ingegneria albionica, potesse produrre.
Un’auto di cui molti Inglesi ancora si vergognano.

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