Fiat Topolino, nata per motorizzare l’Italia

Fiat Topolino, nata per motorizzare l’Italia
In #Galdierirentracconta di alessandro fedullo

Alla fine degli anni Trenta una delle priorità per i nuovi governanti del ‘Belpaese’ è quella di motorizzare il Paese.
Sicuramente le teorie futuriste hanno un peso non indifferente su questo proposito, al punto che si incarica la Fiat di progettare e costruire una vera e propria auto del popolo.
Gli ingegneri e lo stesso senatore Agnelli non sono contenti di tale compito, ma devono comunque obbedire.
Per accorciare i tempi si decide di optare per il prototipo di Oreste Lardone, innovativo e dotato di trazione anteriore.
Sfortuna vuole che la vettura, mentre era in collaudo con Agnelli ed i tecnici a bordo, prenda fuoco a causa di una fuoriuscita di carburante dal serbatoio.
L’inconveniente vale il licenziamento del povero Lardone e la scomunica della trazione anteriore dalle future ‘car line’ del lingotto.
La situazione è drammatica , al punto che il nuovo responsabile del progetto, Antonio Fessia, affida la patata ‘bollente’ al giovane Dante Giacosa.
Per l’ingegnere, fresco di laurea, l’imperativo categorico voluto dalla proprietà è uno solo: risparmiare.

La nuova auto ha così un rudimentale motore a valvole laterali con un impianto di raffreddamento con radiatore posto sopra il motore e lubrificazione organi meccanici, con un elementare pompa olio che ha solo la funzione di portata.
Il telaio era costituito da due travi a ‘V’.
Presentata nel 1936 e ribattezzata Fiat 500 ‘Topolino (in onore del personaggio di Walt Disney appena nato), nonostante il costo non proprio ‘popolare’, è subito un successo.
Fiat Topolino diventa la prima auto che si diffonde per davvero, popolando le strade di Milano, Roma e Torino.
Il primo passo verso ‘i motori’ che viene compiuto da chi decide di abbandonare per sempre il cavallo.
La versione ‘B’, che debutta nel 1948, ha un nuovo motore con valvole in testa azionate da aste e bilancieri, con maggiore potenza e minori costumi.
Abbiamo, inoltre, il debutto della versione ‘Giardiniera’, una piccola station wagon molto amata e richiesta per la sua praticità ed eleganza, con la possibilità di avere come optional il riscaldamento.

Il modello ‘C’ del 1949 rappresenta l’evoluzione definitiva del modello, dotato di nuovo frontale e motore con testata in alluminio.
La ‘C’ è economica e molto desiderabile nell’allestimento trasformabile, grazie al tetto completamente apribile che rende l’utilizzo dell’auto oltremodo gradevole nelle stagioni primaverile ed estiva.
Nel 1955 saluta definitivamente i listini.


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