3.0 V6 America, l’Alfa 75 che non ti aspetti
Le Alfa oltreoceano sono sempre state apprezzate, rappresentando lo stile e le prestazioni ‘made in Italy’ senza i costi proibitivi di una Ferrari o Maserati.
La ‘75’ (derivata dalla Giulietta) sbarca negli Usa con il nome di ‘Milano’, rivista nell’estetica con paraurti ad assorbimento d’urto e luci d’ingombro laterali, spinta dai potenti motori a 6 cilindri ‘Busso’.
All ‘interno ‘trip computer’ ed interni in tessuto e pelle.
La cura ‘estetica’ per l’America rende la ‘75’ più moderna e gradevole, al punto che i manager del marchio milanese decidono di proporla anche in Europa.
Per l’occasione il motore V6 viene portato da 2.5 a 3.0, guadagnando un’indole maggiormente da Gran Turismo senza però perdere nulla della sua cattiveria agli alti regimi.
La nuova ‘75’ viene chiamata ‘3.0 V6 America’ ed è la variante che non ti aspetti della popolare berlina del Biscione.
Il nuovo motore ‘3.0’ le dona un carattere da auto di razza, con una sonorità che farebbe invidia a molte ‘GT’ dell’epoca.
L’elasticità del propulsore garantisce un utilizzo disinvolto anche nei percorsi ‘urbani’ senza la ‘schizofrenia’ in accelerazione tipica della 1.8 Turbo, che era un gradino sotto nella gamma ’75’.
Una ‘signora’ capace di essere sorniona come un gatto siamese, ma che, all’occorrenza, se schiacciavi l’acceleratore, diventava una tigre divora asfalto.
Magie del ‘V6 Busso’, unite ad un assetto ‘irrigidito’ e ad un trasmissione che in Alfa provano a migliorare con nuovi leveraggi.
Il ‘cambio’ rimarrà sempre uno dei punti ‘deboli’ del progetto, dato lo schema ‘Transaxle’ che imponeva la sistemazione molto arretrata rispetto al motore, obbligando ad usare leveraggi molto lunghi terribilmente sensibili ad ogni tipo di scossa che il veicolo subiva in marcia.
Bastava progettare un ‘tubo rigido’ come sulle Porsche 924/944 per far scorrere gli organi di trasmissione per ovviare al problema, ma i fondi scarseggiano in Alfa e, come sempre, bisogna fare il meglio che si può con ciò che si ha disposizione.
Nel 1987 (anno della sua presentazione) l‘‘AMERICA’ era una reale e valida alternativa alle tedesche a sei cilindri.
Rispetto alla Bmw serie 3 (sua diretta rivale) poteva vantare una migliore stabilità ed un‘immagine sicuramente più’ ‘elitaria’.
Parafrasando Nicolas Cage nel remake del cult anni ‘70 ‘Fuori in sessanta secondi’, con la ’75 3.0 v6 America’ non eri il ‘classico debosciato pieno di soldi’.
Veloce, analogica come solo le Alfa ‘Transaxle ‘potevano essere, poco Hi-tech e spiritualmente figlia degli anni ‘70, è stata una delle migliori interpretazioni sul tema ‘75’ mai fatte.
A nostro avviso, senza dubbio la più riuscita.
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