Alfa GT, Gran Turismo Sinuosa

Alfa GT, Gran Turismo Sinuosa
In #Galdierirentracconta di alessandro fedullo

L’Alfa Romeo ha sempre avuto una ‘florida’ tradizione di coupé con quattro comodi posti, estremamente fruibili anche nell’uso quotidiano.
La ‘GTV’ 916 di metà anni ‘90 per la sua impostazione molto ‘sportiva’ non incontrava le esigenze di chi voleva un mezzo di carattere, ma che all’occorrenza potesse essere valido anche per portare i bambini a scuola.

L’ottima base della ‘156’ (presentata nel 1997) offre finalmente la possibilità ai tecnici del brand milanese di creare una “everyday sports car“.
Al vestito ci pensa Bertone, confezionando un design che richiama alle linee tondeggianti degli anni Sessanta, creando una ‘silhouette’ sexy e sinuosa, tipica di una sportiva dal carattere latino.

La meccanica della 156 fa il resto, portando in dote motori grintosi ed il fantastico schema sospensivo con triangolo alto capace di rendere anche l’esperienza di guida a trazione anteriore di livello elevato.
Stile, prestazioni e prezzi più abbordabili rispetto a Bmw ed Audi, purtroppo non bastano a rendere la “GT”  un’alternativa valida alle teutoniche, anche per la qualità globale molto scarsa, soprattutto per quanto concerne le finiture interne e la parte ciclistica della meccanica.

In un’epoca in cui anche le ‘coupé si convertivano ai motori a gasolio (siamo nel 2003, in piena era common rail), questa Alfa Romeo usciva sconfitta in maniera impietosa alla prova dei 200.000 km, schiacciata da Audi A5 e Bmw Serie 3 E90 che, anche dopo un uso intenso, non avevano alcun tipo di problema se ben tagliandate.

Le “GT”, invece, se usate per macinare tanti chilometri, già da 100.000 km cominciavano a cadere pezzi con braccetti saltati, sedili in pelle che si screpolavano come se non ci fosse un domani, infotainment (i primi del gruppo Fiat) che impazzivano, cruscotti con plastiche che diventavano appiccicose come chewingum.
Un disastro.
Era chiaro che non era una stradista e sicuramente prenderla diesel era una forzatura, ma, se si voleva far rivivere i fasti delle Gran Turismo Alfa degli anni Sessanta, veloci e robuste che tutto il mondo ci invidiava, bisognava investire di più sulla qualità.
Un peccato poiché questa  milanese da guidare sui percorsi misti era una goduria, soprattutto con il differenziale elettronico Q2.
Gli appassionati più facoltosi la comprarono con il V6 Busso 3.2, trovandosi tra le mani una Ferrari in miniatura, il tipico istant classic destinato a vedere rapidamente salire le sue quotazioni.

LA “GT” è il classico esempio, assieme alla Brera, di un’ottima Alfa azzoppata da scelte industriali molto poco lungimiranti e da un marketing che, probabilmente, nemmeno sapeva bene cosa fosse un’Alfa Romeo.
Bellissima ancora oggi, è un’auto da guidare ogni volta che se ne ha la possibilità grazie al fascino che emana da ogni vite ed al feeling ancora ‘analogico’ della sua meccanica, caratteristiche difficilmente riscontrabili sulle auto odierne.


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