Fiat Tipo 2.0 16v, la Tipo cattiva

Fiat Tipo 2.0 16v, la Tipo cattiva
In #Galdierirentracconta di alessandro fedullo

Se gli anni Ottanta sono gli anni del ‘Turbo’, nei Novanta tornano gli aspirati, questa volta con testate plurivalvole.
Se avevi la scritta ‘16v’ sulla tua vettura potevi, nel 1992, guardare tutti dall’alto in basso.
In Fiat capiscono l’importanza di un modello sportivo della propria segmento C, la Fiat Tipo, necessario per sottrarre clienti ai competitors giapponesi, tedeschi e francesi.
Il telaio della Fiat Tipo è ben bilanciato e viene ulteriormente migliorato con un assetto specifico con molle con taratura più rigida.
All’interno troviamo dei sedili in velluto, eleganti, ma con un bel tocco di sportività, mentre all’esterno un kit aerodinamico che comprendeva minigonne e cerchi specifici.
Il motore, punto forte di questa automobile, è un 2.0 da 140 cv (139 precisamente) che adora girare alto.
Agli alti regimi la sonorità cambia e la Fiat Tipo scende agevolmente oltre i 180 KM/H.
I 202 KM/h di velocità massima vengono raggiunti con grande facilità, al tachimetro è facile sfiorare i 230.
Purtroppo  assetto, ammortizzatori e cambio non erano al livello del propulsore, essendo un semplice ‘upgrade’ di quelli delle normali Tipo 1.4  e 1.6, auto con nessuna inclinazione alla performance.

La Fiat Tipo ‘SEDICIVALVOLE’ perdeva quindi il confronto con la Golf GTI, ma per quelle che erano inezie risolvibili.
Cambiando la componentistica ‘originale’ con degli aftermarket di buon livello, si rendeva questa ‘Tipo’ un veleno che si lasciava dietro molte auto considerate superiori.
In curva riusciva, con le molle e l’assetto giusto, ad essere anche più incisiva e precisa della stessa ‘Golf GTI’.
Non dimentichiamo che da quel telaio nacquero mezzi come l’Alfa Romeo GTV 916 e la Fiat Coupè, auto di ottimo livello apprezzate da tutti i ‘petrolhead’.
Sviluppata a dovere la ‘16v’ poteva essere davvero l’anti ‘GTI’ torinese, ma in Fiat non ci credettero fino in fondo.
Uscì di produzione nel 1995, dopo un restyling che ne cambiò il frontale e gli interni.
Il suo posto fu preso dalla ‘Bravo’, che beneficiò di un maggiore sviluppo in termini di qualità globale senza mai però rinverdire, in maniera definitiva, i fasti delle arrabbiatissime compatte piemontesi.
Bisognerà attendere il ritorno del Brand Abarth per ritrovare delle Fiat davvero fuori le righe.


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