Regent, l’ultima berlina media Innocenti

Regent, l’ultima berlina media Innocenti
In #Galdierirentracconta di alessandro fedullo

La Regent per la Innocenti doveva essere l’auto della svolta, il modello con cui consacrarsi definitivamente come ‘terza forza’ del panorama automobilistico italiano.
Purtroppo la media, sorella dell’Austin Allegro inglese, era troppo ‘britannica’ nel design, con una meccanica estremamente complessa per gli automobilisti del Belpaese, abituati alla semplicità della Fiat 1100 e 124.
Non bastarono a renderla appetibile sul mercato la trazione anteriore (già ampiamente sdoganata dalla più popolare Fiat 128), le rifiniture accurate ed i motori molto brillanti.

Questa ‘Hatchback’ divenne così un’auto di nicchia, un oggetto quasi stravagante comprato da chi voleva a tutti i costi qualcosa di diverso.
Le ’1500’ in versione ‘L’ sfoggiavano verniciatura bicolore con tetto in vinile, cerchi Dunlop, interni in velluto ed il controverso volante ‘quadrato‘ comune anche alle più economiche 1300.

Il prezzo era superiore a quello di un Alfasud 1200 ed il 10% più alto di quello di una Fiat 124 dotata di motore bialbero, troppo caro quindi.
L’affidabilità precaria (tipica delle inglesi anni ‘70) fece il resto, rendendola una mosca bianca sulle nostre strade.
Presentata nel 1974, ad inizio 1976 è già fuori produzione, complice anche lo sciopero che paralizzerà per alcuni mesi il costruttore lombardo.
A Milano volevano creare un’auto premium sfruttando il ‘Know-how’ dei partner britannici, facendo però un grosso passo falso che fu un ulteriore tassello verso il triste destino del fallimento e della conseguente nazionalizzazione da parte di ‘IRI’.
De Tomaso, dopo aver preso le redini della Innocenti, si occupò della vendita degli stock rimasti in fabbrica che furono ceduti a prezzi di ‘saldo‘ ai concessionari.
Grazie a questa operazione possiamo avere il piacere di osservare da vicino anche oggi una ‘Innocenti Regent’, che, complice la svendita, finì in qualche garage italiano.

Era un’auto completamente sbagliata?
A nostro avviso, no.
Tralasciando le considerazioni sul design di Harris Mann che può piacere o meno, la guida è molto appagante grazie allo sterzo diretto ed al cambio dagli innesti secchi e precisi.
Anche il comfort è di livello superiore, grazie alle sospensioni ‘Hydrolastic’.
La trazione anteriore, infine, garantisce sicurezza di marcia in ogni condizione.
La versione ‘made in Italy’ dell’Allegro era inoltre rifinita molto meglio e non aveva un’aria ‘triste’ come i modelli simili commercializzati oltremanica con brand ‘Austin’.

Era, in sintesi, un’ottima auto, penalizzata soprattutto da un’estetica troppo controversa e da un prezzo sproporzionato per la fascia di mercato in cui si posizionava.
La ‘Regent’ fu l’ultimo modello costruito su licenza ‘Leyland’ e l’ultima media delle celebre casa voluta dal re dei ponteggi Ferdinando Innocenti.
Dopo questa vettura dalla storica fabbrica di via Rubattino usciranno solo le city car ‘Mini 90‘, costruite fino alla chiusura definitiva ad inizio anni ’90


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