Maserati Mistral, l’ultima con il 6 cilindri da corsa

Il costruttore emiliano doveva sostituire la Maserati 3500 GT che era stato un enorme successo commerciale.
Punto fermo da cui partire per la nuova sportiva del tridente era il poderoso motore a sei cilindri derivato dalle competizioni, un cuore potente che aveva regalato a Maserati il campionato del mondo di F1 nel 1957.
La cilindrata sale a 3700 cc (rispetto ai 3500 cc del precedente modello) e la cavalleria sviluppata si attesta a 245 cv.

Un tripudio di grinta e potenza, purtroppo ‘azzoppato’ dalla capricciosa iniezione meccanica Lucas, che pochi meccanici, soprattutto negli Usa, riuscivano a domare.
Molti risolvevano il problema convertendo i loro sei cilindri ai carburatori  Weber, una soluzione efficace, ma meno raffinata.
Pietro Frua, addetto alla linea, confeziona un design elegante ed avveniristico, caratterizzato da un lunotto in vetro molto esteso, soluzione che sarà ripresa poi anche da altri costruttori.
Il nome ‘Mistral’ fu proposto dall’importatore transalpino di Maserati, ispirandosi al vento che soffiava forte nel sud della Francia.

Al volante la nuova Gran turismo del tridente non delude, grazie ad un assetto raffinato ed alla potenza  della sua ‘power unit’ che dà il meglio di sé agli alti regimi.
Superati i 4000 giri il propulsore della Mistral canta meglio di un tenore, sprigionando acuti che farebbero  commuovere ogni vero appassionato di auto.
Pochi hanno avuto il privilegio di guidarla, anche perché è stata fatta solo in 957 esemplari dal 1963 al 1970.

Le prime costruite erano totalmente in alluminio, mentre invece gli ultimi esemplari avevano solo porte e cofani in lega leggera.
La Mistral fu il canto del cigno, l’ultima delle  Maserati ‘pure’, figlie dirette dell’esperienze maturate sui campi da gara di tutto il mondo.
Poi arriva la gestione Citroen e fu tutta un’altra storia, dal sapore amaro.

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