Alfa Nuova Giulia Super Diesel, quando certe cose è meglio non farle

Alfa Nuova Giulia Super Diesel, quando certe cose è meglio non farle
In #Galdierirentracconta di Galdieri


Per gli appassionati, negli anni Sessanta e Settanta, il motore a gasolio era il peggiore dei castighi divini.
Le auto alimentate a ‘Nafta’ erano lente, rumorose, altamente inquinanti e, se non curate a dovere,  emettevano uno sgradevole fumo nero che non aveva nulla da invidiare a quello buttato fuori dalle ciminiere della prima rivoluzione industriale.

Il ‘Diesel’ era quindi il male, ma a chi faceva tanti chilometri tornava utile. Con la crisi energetica, nei listini  dei produttori più generalisti, cominciano a proliferare modelli alimentati dal ‘carburante del diavolo’.
Peugeot 404 D e Opel Rekord D si accaparrano tutta la clientela che per lavoro macinava autostrade e superstrade ogni giorno della settimana.
L’Alfa Romeo, spinta dal voler recuperare terreno e margini in un mercato ormai sempre più severo verso le auto ‘emozionali‘ ed avide di benzina, decide, probabilmente in preda ad un delirio lisergico del suo ufficio commerciale, di creare nel 1976, una versione Diesel della loro Best Seller Giulia.
I tecnici vengono messi in difficoltà da questa richiesta, poiché il Biscione un motore a gasolio non sa nemmeno come è fatto.

Il problema viene risolto in maniera molto semplice, imponendo l’uso del quattro cilindri Perkins dei veicoli commerciali F11-12.
Questo propulsore con i suoi  55 cv  e la sua pompa Cav- Rotodiesel sembra più adatto ad un trattore che ad un’Alfa, ma agli uomini del marketing, annebbiati dalle speranze di profitto ‘super’ per la sensazionalità di  una Giulia a gasolio, poco importa.
All’inizio si pensò ad uno scherzo, ma alla fine, la fantasmagorica Giulia – Perkins,  arrivò nelle concessionarie.
Nonostante gli sforzi per rendere l’auto gradevole da guidare, il verdetto del pubblico fu impietoso: la ‘Giulia Nuova Super Diesel’ fu bollata come lenta ed offensiva per il blasone del marchio.

Qualcuno disse che era meglio andare a piedi piuttosto che mettersi in garage un mostro del genere.
Uscì di produzione nel 1978 ed in pochi, giustamente, la rimpiansero.
Fu uno dei più grandi passi falsi del brand milanese, surclassato solo, alcuni anni dopo, dalla tremenda Arna costruita in partnership con Nissan.


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