Barracuda, la Gran Coupé Convertible della Plymouth

Barracuda, la Gran Coupé Convertible della Plymouth
In #guidaallecuriosità di alessandro fedullo

Nel 1970 arriva la terza generazione della Plymouth Barracuda. Lo slogan promozionale era tutto un programma: “Only the name is the same”.

Nonostante il nome da vorace predatore, le prime due serie delle sportiva americana, uscita nel 1964, non prevalsero sulle concorrenti. Ma la rinnovata muscle car della Casa della galassia Chrysler era del tutto inedita ed infinitamente più̀ affascinante rispetto ai modelli che l’avevano preceduta. Il design fu affidato a John Herlitz che riservò maggiore spazio per alloggiare nel vano motore i grossi V8 6300, 7000 e 7200.

In più̀, i passaruota dovevano poter alloggiare le gomme larghe previste per scaricare a terra i cavalli generosamente erogati dai grossi motori V8. Il passo rimase inalterato a 108 pollici (274,5 cm); la lunghezza venne aumentata di 10 cm, la larghezza di 13, mentre l’altezza diminuì̀ di 5.

Carreggiata anteriore e posteriore risultavano maggiorate rispettivamente di 6 e 12 cm. La griglia incassata dominata da due grandi fanali, il parabrezza inclinato con il padiglione molto basso, la coda corta ed alta conferivano alla vettura una silhouette estremamente aggressiva.

La Barracuda 1970 era disponibile in tre allestimenti fino a 425 CV: base, Gran Coupé (un package estetico che comprendeva interno in pelle, finiture del cruscotto e dei pannelli porta in finto legno e console sul tetto) e Cuda, l’opzione sportiva, caratterizzata da cofano con le prese d’aria, gomme larghe, sospensioni sportive, strumentazione più̀ completa e decalcomanie sulle fiancate.

La Barracuda, con carrozzeria chiusa o aperta, aveva una lista infinita di accessori, fra cui alzacristalli elettrici, condizionatore d’aria, sedile regolabile, portapacchi posteriore, paraurti rivestiti in poliuretano ed in tinta con la carrozzeria, radio con mangianastri Stereo 8, alettone posteriore, gomme larghe e verniciature particolari.

Era bella, veloce e molto divertente da guidare, ma la Barracuda non fu un grande successo: ormai il mercato per le “ponycar” stava diminuendo a causa del rincaro delle assicurazioni, delle norme antinquinamento e del generale calo di interesse per le vetture ad alte prestazioni.


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