De Tomaso Deauville, muscle car travestita da berlina

Alejandro De Tomaso è sempre stato molto ambizioso e, ad un certo punto, si convince che con il suo neonato brand può fare concorrenza a mostri sacri del lusso come Jaguar e Mercedes, sfruttando anche lo spazio lasciato nella nicchia delle auto super – premium da Lancia e Maserati, che, alla fine degli anni Sessanta, non prevedono nuovi modelli.
Nasce così nel 1970 la Deauville, grossa Sedan di lusso disegnata da Tom Tjaarda e motorizzata da un poderoso 8 cilindri Ford Cleveland da oltre 300 CV.

Le finiture sono un Ouverture del migliore stile italiano ed il design, elegante ed armonioso, si ispira a quello della Jaguar XJ6. A tanta compostezza formale fanno da contraltare delle prestazioni esaltanti garantite dal V8 Ford, la cui potenza viene scaricata sulla strada in maniera ottimale grazie alle sospensioni indipendenti messe a punto da Giampaolo Dallara che si occupò anche della parte telaistica.

La riuscita accoppiata motore/telaio resa la Deauville una vera a sportiva a 4 porte, un mostro divoratore di autostrade capace di dire la sua anche sui percorsi tortuosi a dispetto dell’elevata massa.
Il rombo poi del suo motore, sgraziato e penetrante come l’ululato di un lupo, la rende molto vicina nello spirito ad una Muscle car americana.

Purtroppo il prezzo elevato ed il mancato appoggio della rete distributiva Ford negli Usa (mercato d’elezione delle berline di lusso) la resero, commercialmente parlando, un flop.
Lo stesso De – Tomaso abbandonò la Deauville al suo triste destino preferendo investire sul marchio ‘Maserati’ e sulla nuova ‘Quattroporte’ che derivava strettamente dalla Deauville stessa.

La seconda serie del 1980 ha piccole modifiche estetiche (paraurti con bordi in plastica nera), motore arretrato di 10 cm alimentato ad iniezione elettronica, impianto di scarico dal ‘sound’ meno brutale ed aria condizionata di serie.
Uscirà di produzione nel 1988, dopo soli 244 esemplari costruiti.
Un’auto dal fascino nascosto la Deauville, pronta a conquistarti non appena giri la chiave ed il suo motorone “americano” si risveglia.
Bisogna essere appassionati dal palato ‘fine‘ per apprezzarla e non bollarla come un clone della Jaguar XJ: la Deauville è puro istinto, ben celato da una carrozzeria dalle proporzioni quasi neoclassiche.

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