Alfa 6, l’ammiraglia dal cuore sportivo.

Alfa 6, l’ammiraglia dal cuore sportivo.
In #Galdierirentracconta di Galdieri


Quando si parla dell’Alfa 6 è facile lasciarsi andare a pesanti critiche.
Non piacque il design, considerato banale e fuori moda già all’epoca del debutto e non furono esenti da critiche gli interni poco curati e la dotazione di serie molto scarna.

Questa Alfona, però, un merito lo ha: fu la prima a portare in strada il sei cilindri busso con cilindrata di 2.5 alimentato a carburatori.
Sembrerà scontato dirlo, ma quel motore vale più di tutto il resto dell’auto, riuscendo a donare grinta e carattere ad un mezzo dall’aplomb ‘ministeriale’.

La colpa della Alfa 6 fu quella di essere nata già vecchia dopo una gestazione durata quasi dieci anni ed un accantonamento, temporaneo, dovuto alla crisi petrolifera che avrebbe reso strategicamente disastroso il debutto di una grossa berlina a benzina.
Quando il pubblico la vide nel 1979 rimase deluso, trovandosi di fronte una vettura che sembrava una semplice Alfetta a passo lungo.

Gli ingredienti per convincere chi comprava Mercedes, Lancia e Bmw purtroppo non c’erano e non bastava solo un motore prestazionale nel cofano a giustificare l’elevato prezzo di listino.
Le Alfa 6 furono così vendute principalmente ai ministeri ed alle forze dell’ordine.
La seconda serie del 1983, con finiture più curate, non migliorò la situazione e così nel 1986, dopo gli ultimi esemplari quasi svenduti dalla rete Alfa, uscì di scena.

Il tempo però è galantuomo ed oggi, possedere una Alfa 6, è comunque un’esperienza gratificante, in primis per il suo melodioso motore e poi per il suo valore storico che la rende figlia di un decennio turbolento che aveva, purtroppo, influenza anche sul mondo dell’automotive.

Un vero appassionato di auto non può criticare la Alfa 6, la cui unica colpa era quella di essere arrivata troppo tardi sul mercato a causa di un management ‘impreparato’ a gestire l’alto di gamma e più impegnato a coltivare gli interessi personali, nel buon nome della tradizione del gruppo Iri di cui Alfa faceva parte.
Se mettete a confronto la ‘6’ con le auto con cui avrebbe dovuto scontrarsi realmente (Mercedes W114, Lancia 2000) vedrete che questa berlina dal cuore sportivo è tutt’altro che malvagia.


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