Alfa 164, l’ammiraglia sportiva- #galdierirentracconta

In #Galdierirentracconta di mario palo
Alfa 164, ancora oggi da collezione
La condivisione di piattaforme ed unità propulsive diventa, nei primi anni Ottanta, una necessità per contenere i costi di progetti sempre più esigenti in termini di efficienza strutturale.
La joint-venture fra Saab e Fiat portò al pianale Tipo 4, che fece da base a Lancia Thema, Saab 9000, Fiat Croma ed Alfa 164.
Sulla carta l’Alfa 164 faceva inorridire i puristi del marchio per la trazione anteriore ed il motore trasversale. Roba che poteva andare bene su una Ritmo, ma poco consona ad un’ammiraglia del Biscione.
Ad Arese, però, sanno come fare le auto e la nuova berlina, destinata a prendere il posto della ‘90’, si distacca dalle sue cugine per design e feeling di guida.
La vera sportiva quattroporte
I tecnici Alfa lavorano alacremente su motori, sterzo e ripartizione dei pesi al fine di rendere la l’Alfa 164 una vera e propria sportiva a quattroporte.
Come sempre sono i dettagli a fare la differenza e così troviamo inediti ammortizzatori fissati lateralmente (Thema e 9000 li avevano perpendicolari al mozzo ruota) uniti ad un impianto frenante Lucas con pinze posizionate in maniera centrale.
Accorgimenti presi per bilanciare al meglio le masse. Lo sterzo, invece, era tarato per garantire precisione chirurgica alle alte velocità ed era granitico e, impugnandolo, si capiva subito la vocazione ‘velocistica’ della 164.
La linea a cuneo e la plancia in stile aeronautico destavano scalpore nel lontano 1987 (anno in cui fu presentata) facendo invecchiare in un solo colpo Mercedes e Bmw, che sembravano rimaste ferme agli anni Settanta.
Dal punto di vista motoristico la 164 era disponibile al debutto con l’ottimo 2,0 Twin spark e con il v6 Busso 3.0.
Seguiranno, nel corso degli anni, la versione V6 ‘Turbo’ (una tigre capace di divorare molte delle auto in circolazione in quei primi anni Novanta) e la Q4, dotata di trazione integrale a tre differenziali molto simile a quella della Delta integrale che rendeva la Sedan milanese una vera gran turismo.
La Q4 non aveva il sottosterzo tipico delle trazioni anteriori molto potenti ed era a suo agio su qualsiasi fondo stradale. La 164 fu un punto di riferimento per stile e prestazioni per molti anni. La 166, che la sostituì nel 1998, non era altro che una sua evoluzione, migliorata sul piano tecnologico. Ad oggi è l’ultima vera ammiraglia Alfa, testimone di un epoca in cui lusso non doveva necessariamente coincidere con Ruote Alte (Suv).
Una scelta di potenza e prestigio che garantiva a chi se la metteva in garage due auto in una. Era una divora curve ed un’elegante auto di rappresentanza.
Per questo, oltre ad essere bellissima, era anche un ottimo affare!

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